Insulti, minacce e vere e proprie aggressioni fisiche. Sono sempre di più, e sempre più violenti, i casi in cui medici ed infermieri di servizio nei Pronto Soccorso siciliani vengono picchiati o subiscono vessazioni da parte dell’utenza. Un problema culturale, in parte, ma sicuramente scaturito da rallentamenti e malfunzionamenti che ingolfano, troppo spesso, i reparti d’urgenza degli ospedali territoriali.
“Ciò che genera nervosismo nell’utenza, prima di tutto, è la carenza di personale. Una situazione che crea tempi lunghi e ritmi sempre più stressanti per chi lavora, ogni giorno, al servizio dei cittadini”. A spiegarlo a Cefpas4k è il dottor Toni Palermo, segretario regionale di Anaao-Assomed, una delle sigle sindacali del comparto sanitario più diffuse in Sicilia.
I medici che scelgono come specialità la Medicina d’Urgenza, infatti, sono sempre meno, a fronte di una richiesta sempre più pressante di prestazioni sanitarie che l’utenza richiede direttamente dai grandi presidi ospedalieri. Il modello assistenziale italiano, nei fatti, fa un largo uso – quando non un vero e proprio abuso – del ricorso alla prestazione in ospedale, bypassando tutta una serie di livelli intermedi che potrebbero dare fiato agli operatori dei nosocomi cittadini (come, ad esempio, gli ospedali di comunità).
Allo stesso modo, però, condizioni di lavoro stressanti – “il personale medico dei pronto soccorso è a rischio burn-out“, spiega Palermo -, alto rischio professionale (sono sempre di più le denunce nei confronti dei medici) e stipendi poco stimolanti rendono questa specialità decisamente poco attrattiva.
Per risolvere, in parte, questo vicolo cieco della Sanità, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha inserito una serie di misure che riguardano proprio il settore dell’Emergenza all’interno del ‘Decreto legge Energia’ approvato il 28 marzo dal Consiglio dei Ministri e in vigore dal 31 marzo 2023.
Un “pacchetto” mirato a garantire la continuità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, facendo fronte alla carenza di professionisti nei servizi di emergenza-urgenza attraverso un ampliamento della platea dei professionisti che possono accedere al servizio e alle procedure concorsuali finalizzate alla stabilizzazione.